Ero lì con voce tremolante per la presenza della mascherina e a causa dell’emozione smisurata per essere stato invitato in radio a parlare del mio stile fotografico; a mente fredda, la mia intervista suonerebbe più o meno come segue.
Amo la Natura e i Paesaggi, ed è per questo che, il più delle volte, li scelgo come soggetti dei miei scatti: tutti quelli che riprendo diventano poi il pretesto per raccontare una storia che va oltre l’apparenza, un’Allegoria della Realtà.
Fotografare per me è una necessità di espressione che ha origine nella contemplazione della Natura. Ritengo la Fotografia un mezzo di espressione molto efficace per trasmettere messaggi introspettivi e autobiografici, poiché ha un potere comunicativo immediato, sintetico ed ermetico: offre a tutti la possibilità di capire almeno un significato (quello oggettivo) ma, nello stesso tempo, nasconde significati più profondi ed intimi, visibili solamente ad una lettura più attenta e ricercata.
Negli anni ho abbinato questa mia passione per la Fotografia ad un’altra passione, quella per lo Sport, passando dal Nuoto al Trekking. Due discipline accomunate dalla stessa filosofia di vita: Osservazione e Introspezione.
Mi piace fare lunghe passeggiate, alla ricerca di momenti di evasione e alla ricerca di un’intimità trascurata dalla routine della quotidianità. La camminata tra sentieri, come il nuotare per ore in vasca, mi dà l’opportunità di trovare il tempo necessario per calarmi dentro di me.
Già nel momento in cui indosso i miei scarponcini, l’abbigliamento da trekking, e metto lo zaino in spalla con l’attrezzatura fotografica, è come se subissi una metamorfosi: lascio il mio io di tutti i giorni per diventare osservatore silenzioso della Natura e del Mondo.
Passeggiando, vado per «Incontrare, incontrarmi, raccontare, raccontarmi», un esercizio fisico e mentale che chiamo «meccanismo di immersione»: al pari di un apneista che, dalla superficie dell’acqua, si immerge per raggiungere il profondo blu, per poi tornare in superficie e raccontare la sua esperienza, così io, con le passeggiate e la fotografia, mi calo nel «profondo me» per poi tornare e raccontare l’esperienza di un viaggio in me stesso, mostrando e raccontando ciò che ho sentito.
Per dare l’opportunità allo spettatore di partecipare a questo viaggio, abbino ai miei scatti una didascalia, che non è una parafrasi delle immagini, ma uno strumento necessario che suggerisce la strada per raggiungere quei significati profondi ed intimi, e non immediatamente apparenti. Restando nella metafora dell’apneista, la didascalia diventa il filo d’Arianna per calarsi nel profondo me.
La didascalia scaturisce dalla risposta a questa domanda: «cosa vedrebbero, nei miei scatti, gli occhi di un bambino?». Da un bambino ci possiamo aspettare una visione ingenua, ottimistica, positiva, e che, anche nelle situazioni peggiori, sa essere propositiva nella ricerca di un riscatto.
Radiofonicamente è stato possibile descrivere due esempi:
Fiaba in attesa di un lieto fine
Descrizione della scena: un puzzle in via di costruzione su di un tappetone da gioco per bambini, al centro dell’inquadratura un frammento di questo puzzle dove viene ripreso il volto di Biancaneve.
Lo scatto, realizzato durante il primo lockdown (Marzo 2020), racchiude in sé uno stato d’animo che ha accomunato un po’ tutti noi, uno stato d’animo di sospensione, di attesa di un futuro migliore in cui tutto sarebbe andato bene. La Fiaba metafora della nostra epoca, della nostra storia, della nostro periodo storico e, perché no, di un frammento della nostra vita.
Inclusione – Anima disperata con la mano protesa verso il cielo come a chiedere aiuto. La Natura accoglie il suo desiderio, presta i suoi colori e la montagna il suo profilo… per farla sentire di nuovo un albero.
Descrizione della scena: al centro dell’inquadratura un tronco d’albero con cinque rami, nero carbonizzato dal fuoco, intorno, procedendo dal basso verso l’alto, si va dal nero carbone al marrone dei cespugli seccati dalle fiamme o dall’estate, e sullo sfondo una montagna ornata di un bosco di un verde di primo autunno (Ottobre 2021). La composizione geometrica delle forme e dei colori suggerisce il tema «Inclusione». L’albero metafora di una mano di chi cerca aiuto, e allo stesso tempo di un’anima disperata che lo riceve.
Se ho progetti nel cassetto?
Certamente ne ho, in particolare uno che va alla ricerca di un editore, ma vorrei lasciartelo raccontare dal video dalla diretta…
Buona visione
[…] Un ospite, un artista che «ci ha parlato di Fotografia, e di come racconta i boschi di Roma mentre fa trekking, è stata veramente una cosa molto molto interessante» […] – Fonte: Radio Roma Capitale