Questo 2022 è iniziato alla grande ma, per dire il vero, nemmeno la fine del 2021 è stata da meno.
A metà dicembre vengo contattato dalla redazione di Radio Roma Capitale. Trovano interessante il mio profilo instagram, e poiché stanno organizzando un palinsesto in radio riguardante temi sull’Arte e sulla Fotografia, mi comunicano che avrebbero avuto il piacere di invitarmi come ospite per un intervento radiofonico in presenza.
Dopo qualche giorno di esitazione, confermo la mia disponibilità.
Inizia così questa mia insolita avventura: portare in radio il mio stile fotografico diviene la mia nuova missione.
Un’esperienza divisa in due momenti: il 21 Dicembre il primo, dedicato alla registrazione di una Clip #livesocial #storie e #interviste, e il 3 Gennaio 2022 il secondo con la diretta vera e propria.
Nella giornata della registrazione della Clip #livesocial #storie e #interviste, ho vissuto un’esperienza formativa unica, in primis perché non ero mai stato prima di allora in uno studio radiofonico: mi sono sentito, in un istante, come catapultato negli ingranaggi di un orologio. Sono stato guidato con precisione e cordialità in tutto il percorso, dall’accoglienza, alla registrazione audio/video della clip fino agli ultimi istanti in cui ho di nuovo varcato la soglia per il ritorno a casa.
Ma un’esperienza veramente unica è stata quella della giornata della diretta, un’emozione smisurata indotta sia dall’atmosfera che si respirava in studio, sia dai temi che da lì a breve avrei trattato.
Non era ancora il mio momento e vengo fatto accomodare nella lounge: una sala d’attesa molto larga rispetto alla sua profondità tanto che la parete di fronte alla porta d’ingresso sembra maestosa, non solo per la sua natura poc’anzi descritta, ma anche perché, tra le targhe di rappresentanza della radio e quelle dei vari loghi dei social, si scorgono in maniera netta e dominante figure che hanno segnato il corso della storia della radio: Renzo Arbore, Alberto Sordi, Corrado, ma quello che impone di più la sua presenza è sicuramente Guglielmo Marconi, che occupa quasi la metà della parete.
In questa sala d’attesa allestita ad effetto vintage con divanetti in pelle scura, giradischi, antichi mobili e radio d’epoca, spicca una leggera dissonanza creata sicuramente apposta per esaltarne la presenza: sul lato corto della stanza c’è un maxi TV led dove scorrono le immagini della diretta radio, la ripresa TV è senza audio con sottotitoli, e al suo fianco, nell’angolo, una piccola, in proporzione, radio d’epoca che trasmette, con simpatico ritardo rispetto ai sottotitoli, il flusso audio originato dalla diretta.
In pochi metri, rappresentati da quella parete, un concentrato di storia della tecnologia delle comunicazioni.
Mentre osservo tutto questo, mi accorgo che alle mie orecchie giungevano, sempre più frequentemente, menzioni dello speaker sul successivo intervento di Arte e Fotografia… Con una decina di minuti d’anticipo era arrivato il mio turno.
Di quel momento mi rimane solo una foto, strappata dalle mani tremolanti di un Artista emozionato; poi uno steward mi invita a seguirlo per prendere posizione in studio.