Domenica ero al parcheggio del Monte Tuscolo alle 8:15 circa, tardi rispetto al mio solito, ma il meteo delle mie parti non prevedeva nulla di buono: nebbia fitta e nuvoloni grigi.
Ma come al solito nulla è da dar per scontato.
Infatti oltrepassando Frascati, e salendo di quota, la nebbia si faceva sempre più rada aumentando così sia la visibilità, sia la probabilità di portare a casa qualche scatto.
Come accennavo, arrivato sul piazzale, trovai sulla mia testa un cielo limpido mai visto. Mi incamminai sul sentiero abituale, e appena la vegetazione e la geometria del terreno mi consentirono di osservare un po’ di panorama, rimasi senza parole: mi assalì un sentimento misto di stupore, meraviglia e turbamento.
Davanti ai miei occhi si apriva un paesaggio sconosciuto: il vento stava portando con sè la nebbia a bassa quota, mantenendola ai piedi del monte e facendola scorrere verso la valle ancora limpida.

Poi solo bianco!
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Un fiume di «nuvola bianca e soffice» scorreva sempre più veloce e inondava ogni luogo visibile.
Sono rimasto qualche istante perso ad osservare quella meraviglia, insolita dalle nostre parti, e appena rinvenuto, mi sono reso conto che la scena cambiava così rapidamente da non darmi il tempo di sostituire lo zoom 55-300 con il 18-55. Così mi organizzai velocemente e iniziai a scattare: cercavo particolari interessanti del panorama in continuo cambiamento creato da quella condizione meteorologica.












In 20 minuti circa, percorrendo poco meno di 2 km, mi trovai sommerso da una nebbia fittissima che, a mala pena, mi permetteva di vedere oltre 15-20 metri.
Lo scenario, che solitamente mi era familiare, ora si presentava come se fossi precipitato di colpo in una fiaba, ogni riferimento era perso e camminavo seguendo più il flusso della memoria che non la mappa gps che avevo in tasca.





Fui costretto a riprendere la strada di ritorno, e fortunatamente il sentiero, come un filo di Arianna, mi riportò alla macchina.

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